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Tutti scoprono, più o meno presto nella loro vita, che la felicità perfetta non è realizzabile, pochi si soffermano invece sulla considerazione opposta:che tale è anche una felicità perfetta.
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La confusione delle lingue è una componente fondamentale del modo di vivere di quaggiù; si è circondati da una perpetua Babele, in cui tutti urlano ordini e minacce in lingue mai prima udite, e guai a chi non afferra al volo.
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Guai a sognare: il momento di coscienza che accompagna il risveglio è la sofferenza più acuta. Ma nn ci capita sovente, e non sono lunghi sogni: noi non siamo che bestie stanche.
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Si esita a chiamarli vivi: si esita a chiamar morte la loro morte, davanti a cui essi non temono perchè sono troppo stanchi per comprenderla.
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Strano, in qualche modo si ha sempre l'impressione di essere fortunati, che una qualche circostanza, magari infinitesima, ci tranttenga sull'orlo della disperazione e ci conceda di vivere.